(Teleborsa) – Le condizioni economiche delle famiglie italiane restano fragili. La povertà assoluta è stabile rispetto all’anno precedente, ma in aumento nel confronto con il 2014. Anche tra chi lavora si diffonde la vulnerabilità economica con l’aumento delle persone i cui redditi non sono sufficienti a garantire un livello di vita adeguato. E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto annuale dell’Istat, presentato oggi a Montecitorio.
Nel 2023, nell’UE27 oltre 94 milioni di persone (21,3% del totale) sono a rischio di povertà o esclusione sociale. La quota in Italia si attesta al 22,8% della popolazione residente, un dato in sostanziale diminuzione rispetto al passato (era 28,4% nel 2015), a differenza di Paesi come Francia e Germania, nei quali il rischio di povertà o esclusione sociale (rispettivamente, 20,4% e 21,3%) è in aumento rispetto al 2015 (+2,0 e +1,3 punti percentuali).
Nel 2024, oltre un quinto della popolazione residente in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale: il 23,1% della popolazione, sostanzialmente stabile rispetto al 2023, ricade in almeno una delle tre condizioni che definiscono il rischio di povertà o esclusione sociale: rischio di povertà (18,9 per cento), grave deprivazione materiale e sociale (4,6 per cento), bassa intensità di lavoro (9,2 per cento).
Le famiglie con minori restano le più esposte alla povertà assoluta. Nel 2023, tra le famiglie con figli minori l’incidenza di povertà assoluta raggiunge il 12,4 per cento (13,8 per cento a livello individuale), con un incremento di oltre 4 punti rispetto al 2014. I minori in povertà assoluta sono circa 1,3 milioni.
Il Mezzogiorno resta l’area più esposta al rischio di esclusione sociale (l’incidenza raggiunge il 39,8% nel Sud e il 38,1% nelle Isole). L’incidenza è più bassa per chi vive in coppia senza figli, soprattutto se la persona di riferimento della famiglia ha almeno 65 anni (15,6 per cento), ed è invece quasi doppia per gli individui che vivono in famiglie in cui il principale percettore di reddito ha meno di 35 anni (30,5 per cento).
La povertà assoluta colpisce in modo molto più marcato le famiglie composte solo da stranieri. Nel 2023 l’incidenza della povertà assoluta tra le famiglie di soli cittadini stranieri è pari al 35,1 per cento (circa 569mila famiglie), contro il 6,3 per cento tra le famiglie composte esclusivamente da cittadini italiani.
Nel 2023 la povertà assoluta resta stabile, ma su livelli elevati. Le famiglie in povertà assoluta sono 2,2 milioni (8,4% del totale), mentre gli individui coinvolti sono circa 5,7 milioni di persone, pari al 9,7% della popolazione residente. Le famiglie con minori restano le più esposte alla povertà assoluta (tra le famiglie con figli minori l’incidenza di povertà assoluta raggiunge il 12,4%). La povertà assoluta è più diffusa nel Mezzogiorno dove il 10,2 per cento delle famiglie è in povertà assoluta (859mila famiglie).