(Teleborsa) – L’Italia si avvicina alla conclusione della procedura per deficit eccessivo. A confermarlo è stato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, presentando le previsioni economiche d’autunno della Commissione europea. “In Italia il deficit di bilancio è previsto calare sotto il 3% del Pil quest’anno e calare ulteriormente nei prossimi anni”, ha dichiarato, sottolineando come il rientro nei parametri sia un passaggio cruciale per la chiusura dell’infrazione avviata su decisione dell’Ue.
Secondo Dombrovskis, l’esecutivo italiano ha più volte garantito l’intenzione di mantenere un margine anche minimo al di sotto della soglia prevista dal Patto di stabilità. “Le autorità italiane hanno varie volte confermato che vogliono assicurare che saranno leggermente al di sotto di questa soglia, che serve per abrogare la procedura per deficit eccessivo”, ha affermato, lasciando intendere che il percorso di aggiustamento dei conti pubblici sia considerato credibile da Bruxelles.
La chiusura della procedura potrebbe arrivare presto. “Alla Commissione, per abrogare la procedura di deficit eccessivo, ci serve vedere che i dati di autunno del 2025 siano verificati da Eurostat“, ha spiegato Dombrovskis. È una condizione tecnica indispensabile, ma i tempi potrebbero essere rapidi: “Saranno disponibili ad aprile e, se il deficit è confermato sotto il 3% del Pil, potrebbe avvenire nel prossimo pacchetto europeo”. In altre parole, l’Italia potrebbe uscire dalla procedura già nella primavera del prossimo anno, a distanza di pochi mesi dall’avvio delle nuove regole di governance fiscale.
Sul fronte della crescita, la Commissione prevede per l’Italia “livelli di crescita economica modesti, 0,4% quest’anno e 0,8% nei prossimi due anni”. Una dinamica che, secondo il commissario, riflette andamenti simili in altre economie europee, condizionate dai consumi e dagli investimenti. Proprio sugli investimenti, Dombrovskis ha ricordato il ruolo fondamentale del Piano nazionale di ripresa e resilienza: “Il Pnrr è stato un motore rilevante”. Tuttavia, ha aggiunto che, una volta terminato il programma, il quadro non sarà privo di strumenti: «Dopo la fine del programma, il prossimo anno, avremo comunque il quadro di finanziamento pluriennale dei fondi di coesione, che possono aiutare a sostenere i livelli di investimenti pubblici”.
