(Teleborsa) – L’Opec+ ha deciso per un nuovo aumento della produzione di petrolio a giugno. Lo annuncia il cartello, spiegando che gli otto Paesi della Dichiarazione congiunta, guidati da Arabia saudita e Russia, intendono accrescere l’output di 411mila barili a partire dal prossimo mese èer arrivare a novembre a recuperare tutti i 2,2 milioni di tagli aggiuntivi deliberati in passato.
Una mossa che, segnala Bloomberg, è stata decisa dai Paesi leader del gruppo anche nel tentativo di “punire” i membri che producono in eccesso, tra cui Iraq e Kazakistan.
Il mese scorso l’Opec+ aveva deciso inaspettatamente di triplicare il volume previsto per maggio. Una mossa attesa, anche se non nell’ammontare, dopo che l’Arabia Saudita aveva già segnalato di essere disposta ad accettare un periodo prolungato di bassi prezzi del petrolio. La nuova strategia dell’Opec+ rappresenta una netta inversione di tendenza rispetto alla posizione di lunga data che il cartello affermava di voler sostenere per difendere i prezzi del petrolio. Aumentano quindi i dubbi sul futuro dell’alleanza, aprendo a possibili conseguenze come una guerra dei prezzi.
Gli analisti hanno già rivisto le loro previsioni. Morgan Stanley ha ridotto le previsioni di prezzo, prevedendo 62,50 dollari al barile per il Brent nel terzo e quarto trimestre del 2025, 5 dollari in meno rispetto a quanto precedentemente previsto. Prezzio tagliato anche dagli analisti di Goldman Sachs Group.
Questa potrebbe essere una buona notizia sia per le banche centrali che per il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Un calo dei prezzi dell’energia sostenuto e prolungato potrebbe, infatti, essere accolto in maniera positiva dalle dalle banche centrali, compresa la Federal Reserve. Un prezzo più basso del petrolio e dei prodotti correlati, inclusa la benzina, potrebbero compensare parte dell’impatto inflazionistico previsto dai dazi. Anche Trump – atteso in Medio Oriente alla fine di maggio – accoglierebbe di buon grado un prezzo del greggio inferiore visto che aveva chiesto lui stesso all’OPEC+ di aumentare la produzione e contribuire a ridurre i prezzi dell’energia.