(Teleborsa) – Nel valutare le prospettive di politica monetaria, i partecipanti all’ultima riunione della Fed del 17-18 giugno hanno “generalmente concordato sul fatto che, con una crescita economica e un mercato del lavoro ancora solidi e con l’attuale politica monetaria moderatamente o moderatamente restrittiva, il Comitato fosse ben posizionato per attendere maggiore chiarezza sulle prospettive di inflazione e attività economica”. Lo si legge nei verbali pubblicati dalla banca centrale statunitense.
La “maggior parte” dei partecipanti ha valutato che una certa riduzione dei tassi quest’anno sarebbe “probabilmente appropriata, osservando che la pressione al rialzo sull’inflazione derivante dai dazi potrebbe essere temporanea o modesta, che le aspettative di inflazione a medio e lungo termine sono rimaste ben ancorate o che potrebbe verificarsi un certo indebolimento dell’attività economica e delle condizioni del mercato del lavoro”.
“Un paio” di partecipanti hanno osservato che, se i dati dovessero evolvere in linea con le loro aspettative, sarebbero aperti a considerare una riduzione dell’intervallo obiettivo per il tasso di riferimento già nella prossima riunione.
“Alcuni partecipanti” hanno ritenuto che il percorso più appropriato di politica monetaria non prevedesse alcuna riduzione dell’intervallo obiettivo per i tassi quest’anno, osservando “che i recenti dati sull’inflazione avevano continuato a superare l’obiettivo del 2% del Comitato, che i rischi al rialzo per l’inflazione rimanevano significativi alla luce di fattori quali le elevate aspettative di inflazione a breve termine di imprese e famiglie, o che si prevedeva che l’economia sarebbe rimasta resiliente”.
“Diversi partecipanti” hanno commentato che l’attuale intervallo obiettivo per i tassi “potrebbe non essere molto al di sopra del suo livello neutrale“.
La riunione del del 17-18 giugno si è conclusa con il voto unanime dei membri del Federal Open Market Committee per mantenere il tasso di interesse di riferimento della banca centrale in un intervallo compreso tra il 4,25% e il 4,5%, livello in cui si trova dal dicembre 2024. Il mercato non prevede tagli durante la riunione della Fed del 29-30 luglio, mentre continuano ad essere previsti tagli di 50 punti base entro la fine dell’anno.
Nel considerare la probabilità di diversi scenari, i partecipanti alla riunione hanno concordato sul fatto che “i rischi di un’inflazione più elevata e di condizioni più deboli del mercato del lavoro erano diminuiti, ma rimanevano elevati, citando un andamento atteso dei dazi inferiore, dati incoraggianti recenti sull’inflazione e sulle aspettative di inflazione, la resilienza della spesa di consumatori e imprese o il miglioramento di alcuni indicatori del sentiment di consumatori o imprese”.
“Alcuni partecipanti” hanno commentato di ritenere che il rischio di un’inflazione elevata rimanesse più rilevante, o si fosse ridotto in misura minore, rispetto ai rischi per l’occupazione. “Alcuni partecipanti” hanno ritenuto che i rischi per il mercato del lavoro fossero diventati predominanti. Hanno rilevato alcuni recenti segnali di indebolimento dell’attività reale o del mercato del lavoro, o hanno commentato che le condizioni potrebbero peggiorare in futuro, in particolare se le politiche dovessero rimanere restrittive. I partecipanti hanno “concordato sul fatto che, sebbene l’incertezza sull’inflazione e sulle prospettive economiche sia diminuita, rimanesse opportuno adottare un approccio cauto nell’adeguamento della politica monetaria“.