(Teleborsa) – Il rallentamento della domanda di veicoli elettrici e il nervosismo dei consumatori europei stanno pesando sui produttori di automobili. Tanto che la Volkswagen sta valutando la chiusura di stabilimenti senza precedenti in Germania, nel tentativo di ottenere tagli più profondi ai costi, infliggendo un altro duro colpo al governo del cancelliere Olaf Scholz.
Qualsiasi chiusura rappresenterebbe la prima in Germania durante gli 87 anni di storia dell’azienda.
“Il contesto economico è diventato ancora più difficile e nuovi attori stanno investendo in Europa”, spiega l’amministratore delegato di Volkswagen, Oliver Blume. “La Germania, come sede aziendale, sta perdendo terreno in termini di competitività“, aggiunge Blume. Di conseguenza, l’azienda “deve ora agire con decisione”.
A rischio il patto sindacale sui posti di lavoro
Tra le potenziali misure, potrebbe anche essere messo in discussione il patto di salvaguardia dei posti di lavoro fino al 2029 siglato con i sindacati. Le ipotesi sarebbero concentrate su un grande impianto di produzione di veicoli e una fabbrica di componenti.
La casa automobilistica si trova così costretta a porre fine al suo accordo di protezione dell’occupazione, un programma di sicurezza del lavoro in vigore dal 1994, al fine di garantire “gli adeguamenti strutturali urgentemente necessari per una maggiore competitività’ nel breve termine”.
“La situazione è estremamente tesa e non può essere risolta con semplici misure di riduzione dei costi”, ha dichiarato Thomas Schafer, CEO del marchio VW. “Per questo motivo vogliamo avviare quanto prima un confronto con i rappresentanti dei lavoratori per esplorare le possibilità di una ristrutturazione sostenibile del marchio”.