(Teleborsa) – Alphabet, la casa madre di Google, raggiunge nuovi record di capitalizzazione, spingendosi ad un soffio dai 4 trilioni di dollari, di riflesso alla più viva competizione nel settore dell’intelligenza artificiale. A dare l’imput per l’ennesimo strappo al rialzo delle quotazioni ha contribuito la notizia che meta farà uso dei chip TPU di Google, in alternativa a quelli di Nvidia, ed al successo che sta ottenendo Gemini 3, l’ultima versione del chatbot dell’azienda di Mountain View.
Alphabet supera 3.900 miliardi di market cap
Alphabet ieri ha superato di slancio i 3.900 miliardi di capitalizzazione, attestandosi a 3.907 miliardi, vicinissima ai 4 trilioni già conquistati da altri competitor come Apple e Nvidia. Le azioni Alphabet hanno chiuso gli scambi della vigilia a 323,64 dollari, in rialzo del’1,62% e segnalano nel circuito pre-mercaotot della seduta odierna un rialzo del 2% a 330,15 USD, collocandosi sulla buona strada per raggiungere una valutazione di mercato record di 4.000 miliardi di dollari.
L’assist di Meta
I nuovi massimi storici raggiunti da Alphabet seguono la notizia che Meta Platforms starebbe valutando l’utilizzo dei chip TPU di Google nel 2027, a sostegno dello sviluppo dei suoi progetti di intelligenza artificiale. Notizia che ha provocato u immediato sell-off sulle azioni Nvidia, che ieri hanno perso il 2,6% a Wall Street. La scelta di Meta di affidarsi ad un concorrente di Nvidia conferma che la pressione competitiva nel mercato AI è altissima e che la corsa a piazzarsi in quesot mercaot non è mai definitivamente conclusa.
Il successo di Gemini 3
A sostenere Alhabet, concorre poi il successo ottenuto da Gemini 3 dopo il recente lancio. Il nuovo chatbot di Big G è stato piuttosto ben accolto dagli esperti del settore, rispetto ad una serie di parametri che superano alcuni limiti ricorrenti dei chatbot in uso, avvicinando molto gli standard di ChatGPT di OpenAI, che peraltro domina ancora lo scenario dell’AI. L’arrivo di Gemini 3 e la concorrenza a ChatGPT riapre la competizione, nonostante in molti pensassero che Google avesse ormai definitivamente deposto lo scettro di gigante della tecnologia.
La concorrenza dei chip TPU di Google
Google non sta cavalcando la competizione solo con Gemini, ma anche con i suoi chip TPU, sicuramente datati, ma in grado di affermarsi sul mercato. Oggi, l’azienda di Mountain View, che per anni ha utilizzato i suoi chip per uso interno, li sta ora collocando sul mercato ed ha già convinto società del calibro di Anthropic, che ha formato un accordo con Google di diverse decine di miliardi di dollari. E ora si parla anche di Meta, società madre di Facebook, Istagram & Co., che sembra sia già in trattative con Google per adottare i suoi chip a partire del 2027.
