(Teleborsa) – Il sistema elettrico europeo interconnesso offre resilienza contro shock improvvisi, in gran parte grazie alle sue dimensioni. Inoltre, permette di scambiare risorse in modo efficiente, riducendo i costi e fornendo capacità aggiuntiva nei momenti critici. Tuttavia, le interruzioni sono ancora una realtà in tutta Europa. È quanto emerge dal rapporto di monitoraggio 2025 sulla sicurezza dell’approvvigionamento elettrico dell’UE dell’Agenzia dell’UE per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER).
Nel 2024, i livelli di interruzione di corrente elettrica sono stati in media inferiori alle due ore all’anno in tutta l’UE e nessuno di essi è stato dovuto a un’inadeguata fornitura di energia elettrica.
Le interruzioni più gravi nel 2025 sono state quelle del 28 aprile nella penisola iberica, con un blackout di grave entità con interruzione di 10 ore, e quella del 4 luglio in Repubblica Ceca, con un’interruzione di 4 ore che ha coinvolto Praga. Su entrambe ci sono ancora investigazioni in corso per capire la fonte dei problemi.
Secondo il rapporto, nel 2024 quasi 11 miliardi di euro sono stati spesi in tutta l’UE per un insieme frammentato di quasi 40 misure di sicurezza dell’approvvigionamento.
I costi dei meccanismi di capacità nell’UE hanno seguito un trend crescente costante nel corso degli anni, raggiungendo il picco nel 2023 e scendendo a 6,5 miliardi di euro nel 2024, comunque più del doppio rispetto al 2020. Il principale fattore determinante di questa tendenza è stato inizialmente l’aumento del numero di Stati membri dotati di meccanismi di capacità. Nel 2023, l’aumento dei costi è stato causato principalmente dalla scarsa disponibilità di produzione nucleare in Francia, che ha portato a una riduzione dei volumi di capacità disponibili, con conseguenti maggiori costi di capacità.
Il Capacity Market consiste nell’indizione di aste concorrenziali dove, su base volontaria, gli operatori di mercato offrono la loro capacità produttiva a un acquirente centralizzato, in Italia Terna, che si approvvigiona della quantità di risorse necessarie a garantire l’adeguatezza del sistema.
L’ACER evidenzia che i prezzi delle aste di capacità sono variati di oltre dieci volte in tutta l’UE nel 2024. “Un coordinamento transfrontaliero più efficace potrebbe ridurre il fabbisogno di capacità aggiuntiva, riducendo i costi complessivi del sistema – viene sottolineato – Un coordinamento limitato nell’adozione di misure di capacità e flessibilità da parte degli Stati membri potrebbe comportare il rischio di duplicazioni e investimenti inefficienti”.
I combustibili fossili sono al centro dei meccanismi di capacità dell’UE, con un recente passaggio dal petrolio e dal carbone al gas. Il valore dei contratti aggiudicati alle unità di gas è raddoppiato tra gli anni di fornitura 2024 e 2027. Solo il 29% del sostegno alla capacità è stato destinato a tecnologie a basse emissioni nel 2024, mentre il gas naturale sarà il principale fornitore di contratti a lungo termine fino al 2035. Sebbene si preveda un calo del 15% della domanda di gas nell’UE entro il 2035, si prevede che le centrali elettriche a gas copriranno il 30% della domanda di picco, in calo rispetto all’attuale dipendenza dal gas del 42%.
